DESERTIFICAZIONE Nel corso degli ultimi decenni molte regioni del pianeta sono state interessate da una progressiva degradazione del suolo, ovvero dalla riduzione della capacità produttiva dovuta alla diminuzione della fertilità delle terre coltivate. Un solo centimetro di suolo si genera in oltre un secolo ma, nel corso di qualche stagione, è possibile che esso diventi così povero di elementi nutritivi da non poter più sostenere la vita animale e vegetale. Nelle regioni aride del pianeta tale fenomeno di degrado porta alla desertificazione, cioè alla perdita irreversibile del potenziale biologico del suolo. L’Asia è il continente più colpito dal fenomeno con oltre 1,3 miliardi di ettari. In Africa il 73% delle terre aride coltivate è desertificato mentre in Nord America è degradato il 76% delle stesse. In Europa oltre 20 milioni di ettari sono stati degradati a causa degli scarichi industriali e delle piogge acide causate dall’inquinamento atmosferico e oltre il 25% delle terre agricole e il 35% dei pascoli sono a rischio. In Italia il 27% del territorio è soggetto a processi d’inaridimento del suolo. Globalmente ogni anno vanno perduti 24 miliardi di tonnellate di terra coltivabile(dilavamento, vento, ecc.). FATTORI NATURALI Il clima (siccità, pioggia intensa, vento) La conformazione del paesaggio e la vegetazione La natura dei suoli Per frenare tale processo di degrado ambientale è necessario sviluppare una sensibilità ecologica che ripristini una relazione armonica fra uomo e ambiente, anche attraverso il recupero di conoscenze e tecniche tradizionali e naturali. DIFESA DEL SUOLO: IL RISCHIO IDROGEOLOGICO La miglior forma di protezione del suolo è quella offerta dal bosco. Desertificazione, siccità e degrado dei suoli sono dovuti, oltre che all’instabilità del clima, allo sfruttamento intensivo dei terreni e delle risorse idriche, alla deforestazione e a pratiche agro—pastorali improprie. Schematizzando, i processi di desertificazione dipendono da: L’ombrello rappresentato dalla chioma degli alberi è efficace solo per piogge brevi o poco intense (80%-90% per piogge di pochi mm, 10%-20% per 50 mm di pioggia) Efficace è l’azione del bosco nel ridurre l’effetto battente dell’acqua al suolo (su terreni coperti per 2/3 dal bosco, un temporale di 60 mm asporta 1 q/ha di terra; su terreni coperti per 1/10 da bosco, l’erosione è di 100 q/ha) In boschi con suoli efficienti, la velocità di assorbimento dell’acqua è sempre maggiore della velocità di caduta delle piogge più intense. L’effetto dei boschi è quello di trattenere nei pori del suolo un’enorme quantità d’acqua che viene rilasciata lentamente nei fiumi, “decapitando” le ondate di piena. Senza il bosco, l’acqua scorre soprattutto in superficie sotto forma di rivoli e velo d’acqua superficiale. Il materiale solido portato dalle acque superficiali è causa di erosione, e ne è anche il risultato. Si crea così un circolo vizioso che porta alle ondate di piena. Per raggiungere un buon effetto regimante il bosco dovrebbe coprire almeno la metà di un bacino idrografico! INSOSTENIBILI AZIONI UMANE Utilizzo improprio delle risorse idriche Deforestazione e incendi Attività agricole e zootecniche improprie (impiego di fertilizzanti e pesticidi) Espansione incontrollata delle città Inquinamento |